La più antica scrittura alfabetica abbreviata sembra risalire al IV secolo a.C. Si tratta della Tachigrafia ellenica o “sistema dell’Acropoli”, così definita poiché i suoi segni furono rinvenuti incisi su una pietra nell’Acropoli di Atene. Purtroppo, su questo sistema tachigrafico non abbiamo dati storici certi. Dalle parole, però, dello scrittore e filosofo greco Diogene Laerzio (I secolo d. C.) si ricaverebbe che lo storico Senofonte si sia servito della tachigrafia per annotare le lezioni di Socrate.
In area latina, al tempo di Ennio - come riferisce Isidoro di Siviglia - vi era “l’uso di registrare i discorsi da più scrivani insieme che fra loro si dividevano le parti”. L’incertezza circa l’identificazione di questo personaggio, si riflette sulle date storiche oscillanti fra il 239-169 a.C., - nel caso si tratti di Quinto Ennio di Rudiae, il massimo poeta latino dopo Nevio – e il 120 a.C. se, ad inventare le notae volgari o sigle, fu un grammatico di Alessandria, suo omonimo. Sta di fatto che, sotto questo nome, avvenne la raccolta e l’organizzazione del complesso di abbreviazioni (facoltative e arbitrarie) venutesi a formare in ambito latino e che costituirono il primo “corpus stenographicus” accertato della storia. Un embrione, non ancora un sistema articolato per la trasposizione in forma scritta dei testi verbali.
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